Il tonno Mareblù sarà ecosostenibile al 100% a partire dal 2016: a comunicarlo è stata Greenpeace Italia, che ha incassato una vittoria importante nella sua campagna contro i metodi di pesca intensiva del tonno. L’associazione ambientalista ha infatti lanciato da qualche anno “Tonno in trappola”, una serie di azioni di sensibilizzazione sul tema della pesca del tonno.
In particolare, Greenpeace denuncia l’utilizzo della tecnica della pesca con reti a circuizione e con FAD (Fish Aggregating Device). I FAD sono oggetti galleggianti o semigalleggianti che vengono lasciati in mare e che attraggono i pesci, che pensano di ripararsi dall’attacco dei predatori, e invece si consegnano dritti nelle reti dei pescatori. L’uso del FAD è vietato in molte zone marine, perché non consente di distinguere tra esemplari adulti e giovani di pesci, né permette la salvaguardia di specie a rischio d’estinzione. Si stima, dice Greenpeace, che per ogni dieci chili di tonno si peschi un chilo di animali indesiderati.
Mareblu è il primo colosso italiano delle conserve ittiche ad impegnarsi a rinunciare all’uso dei FAD, entro il 2016.”Dopo un anno di forti pressioni – scrive Greenpeace – la compagnia ha finalmente deciso di smetterla con i doppi standard, adottando per Mareblu in Italia gli stessi impegni di sostenibilità già presi per la loro marca, John West, sul mercato inglese.