Pubblicato in: Bicicletta, Normativa

Incentivi statali, ora bici e scooter costano meno

di luca.pistolesi 27 aprile 2009
By Thomas Hawk

By Thomas Hawk

Sono attivi gli incentivi statali per l’acquisto di biciclette, anche a pedalata assistita, ciclomotori e veicoli elettrici. Il fondo, messo a disposizione con un decreto del Ministero dell’Ambiente, ammonta a 8.750.000 euro. Il governo corre così in soccorso del settore del ciclo e del motociclo, che versava in pessime acque.
I contributi per ogni singolo acquisto variano da un minimo dell’8% del prezzo di listino a un massimo del 30%. L’elenco completo delle marche e dei modelli che godono degli incentivi, ciascuno con lo sconto previsto, è stato pubblicato sul sito web www.minambiente.it, ed è consultabile a questo indirizzo.

BICICLETTE
E’ la grande novità del testo, che finalmente riserva una parte delle risorse all’acquisto delle bici. Lo sconto è del 30%, anche per le bici elettriche a pedalata assistita, fino a un massimo di 700 euro. Non esiste obbligo di rottamazione.

CICLOMOTORI A 2 TEMPI
Si potrà godere di uno sconto dell’8% (fino a un massimo di 180 euro) per l’acquisto di scooter e ciclomotori Euro 2, con obbligo di rottamazione di un ciclomotore Euro Zero o Euro 1.

MOTOCICLI E QUADRICICLI ELETTRICI
Lo sconto statale previsto è del 30%, fino a un massimo di 1.300 euro, con obbligo di rottamazione di un ciclomotore Euro Zero o Euro 1.

COME GODERE DEI CONTRIBUTI
I contributi sono automatici alla vendita per tutte le marche e gli articoli sovvenzionati. L’acquirente deve quindi accertarsi soltanto che il modello prescelto compaia nella lista del Ministero. All’atto dell’acquisto, il rivenditore applicherà lo sconto statale.

A PARTIRE DAL 25 SETTEMBRE COMINCIANO I NUOVI INCENTIVI PER BICI E SCOOTER. VAI AL POST

19 risposte a “Incentivi statali, ora bici e scooter costano meno”

  1. Anonimo ha detto:

    Che imbroglio!!
    Tuttu i prezzi del listino, seppur scontati col contributo statale, sono più alti dei prezzi che già da tempo si trovano normalmente nei supermercati.
    I contributi statali servono solo a far aumentare i prezzi!

  2. Maura ha detto:

    La domanda che mi ronza sempre in testa quando si parla di incentivi statali: “Ma noi acquirenti finali che acquistiamo una bella bicicletta o motorino, chi ci assicura che sia stato applicato realmente a nostro favore l’incentivo statale? Come possiamo verificarlo?. Non metto in dubbio che l’incentivo sia stato concesso,ma sicuramente applicato poi dal negoziante furbamente su un prezzo sicuramente lievitato in occasione prorpio degli incentivi. Finchè non ci si deciderà ad attuare una politica dei prezzi e soprattutto un controllo mirato, sara sempre il gatto che si morde la coda. Il dipendente lavora, paga le tasse, dalle sue stesse tasse pagate lo stato trae gli incentivi di cui il dipendente non gode nulla ed il commerciante ci marcia…..
    Grazie per l’attenzione.

  3. Maura ha detto:

    L’economia si fonda sulla domanda e sull’offerta. Attualmente tutti sappiamo e soprattutto viviamo sulla nostra pelle la crisi economica attuale, dalla quale le previsioni di uscita sono ancora lontane. Mi preme sottolineare che con gli incentivi non si va da nessuna parte. Io lavoro nell’ ambito della sanità privata dove abbiamo un contratto ormai scaduto da quattro anni. La prospettiva di un rinnovo mi sembra ancora molto lontana dall’ essere attuata. Perchè lo stato anziche’ elemosinarci i nostri stessi soldi, non ci da prima quello che ci spetta favorendo i rinnovi contrattuali in modo adeguato e nei tempi corretti tali da poter portare a casa uno stipendio che ci permetta di vivere un po’ meglio e nello stesso tempo aiutare ad aumentare la domanda e quindi l’economia ?. Politici rendetevi conto. Mi farebbe molto piacere se questo mio commento fosse messo in risalto.
    Grazie per l’attenzione.
    Maura.

  4. Maura ha detto:

    Altro che incentivi, presto se continua cosi l’economia torneremo a quel vecchio film “Ladri di Biciclette”.

  5. Segreteria Bicigroup ha detto:

    INCENTIVI PER LE BICI: CRESCE IL MALUMORE DEI NEGOZIANTI

    Cresce di ora in ora il disappunto, misto a rabbia, dei rivenditori di biciclette, dopo il blocco, in atto ormai da alcuni giorni, del sito internet che dovrebbe consentire loro lo svolgimento delle pratiche necessarie a ottenere i cosiddetti ecoincentivi.
    Si tratta di un fondo di 8.750.000 euro, reso operativo dal Ministero dell’Ambiente a partire dal 22 aprile scorso, da erogare nel corso del 2009 ai cittadini che decideranno di acquistare una nuova bicicletta comprese le bici elettriche a pedalata assistita, senza obbligo di rottamazione.
    Dopo una partenza alla grande, a quanto pare senza problemi di connessione e con tempi di inserimento pratiche piuttosto rapidi, all’improvviso la doccia fredda: il sistema è andato letteralmente “in tilt”, completamente bloccato da quasi una settimana, rendendo impossibile quindi procedere con le vendite.
    Una situazione al limite dell’assurdo, protestano i rivenditori, che rischia di vanificare l’accordo firmato tra il Ministero dell’Ambiente e Confindustria Ancma per la diffusione di veicoli a basso impatto ambientale e che consente all’utente di risparmiare fino a 700 euro sull’acquisto di biciclette, ciclomotori e veicoli elettrici, grazie allo sconto del 30%.
    ”E’ andato tutto bene fino al 6 maggio scorso – afferma Franco Scattolon, rivenditore socio Bicigroup – fino a quando non hanno introdotto nell’elenco anche i marchi stranieri. Il sistema informatico utilizzato secondo me è modesto, estremamente lento, basti pensare che da giovedì scorso non sono più riuscito ad inserire una pratica. Stiamo subendo un grave danno, ho diverse bici già vendute ma non posso consegnarle al cliente finché la pratica è bloccata”.
    Il malumore tra la categoria intanto cresce.
    “E’ inutile, non si riesce a collegarsi al sito – spiega Andrea, il titolare di Jolly Bike di Altopascio. Dopo le prime pratiche inserite con successo ora va tutto a rilento. Si deve rimanere in stand-by senza considerare che la prima metà dei fondi è già esaurita. Se pensiamo che moltissimi rivenditori in Italia sono in attesa che il sistema si sblocchi per inserire le loro, è facile immaginare con che rapidità i fondi si esauriranno completamente”.
    Qualcuno l’ha definita “una gran buffonata all’italiana”, qualcun altro azzarda l’ipotesi di chiedere i danni morali. A chi non si sa bene.
    “Si rimpallano la responsabilità della situazione l’un con l’altro – incalza Franco, titolare di SalviBikeStore di Zogno (BG). Mi riferisco ad Ancma (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori), Ministero dell’Ambiente e Unicredit”.
    I rivenditori che aderiscono all’iniziativa, infatti, devono utilizzare per le transazioni ‘esclusivamente’ un conto di servizio del gruppo Unicredit, munito di speciale ‘chiavetta’ e di codice utente.
    “Siamo stati avvisati letteralmente all’ultimo momento dell’arrivo di questi incentivi – continua Franco – e in più vengono a farli proprio nella stagione in cui notoriamente si vendono più biciclette. E’ un’assurdità. Senza contare che stiamo facendo una figuraccia anche a livello europeo”.
    Un programma fatto partire un po’ troppo frettolosamente. “Non è possibile dar via a un’iniziativa di questo calibro – dice Massimo Calcaterra di DoctorBike di Boffalora sul Ticino – senza che tutti i produttori siano stati informati. Mi sembra un bel pasticcio all’italiana dove qualcuno ci guadagna. E poi non si esce con gli incentivi in questa stagione. Era più logico farli quando non si vende niente. Non era il momento giusto e non siamo stati adeguatamente supportati”.
    Insomma una situazione dalle molte sfaccettature che può anche rivelarsi controproducente per i negozianti stessi.
    “Dall’Ancma ci è venuta oggi l’indicazione di inserire le pratiche con fattura con data fino al 12 maggio – spiega Pietro, il titolare di Sport Bike di Noceto. Com’è possibile che il sito sia bloccato? Sono stati spesi centinaia di migliaia di euro e un sito statale non è in grado di supportare tutte le richieste? E’ pazzesco. Dopo circa una settimana dal via della campagna fondi si è cominciato a inserire anche i marchi stranieri e il tutto si è bloccato ancora di più. Lo scopo era e rimane quello di svuotare i magazzini delle aziende costruttrici che stavano fallendo…a danno dei negozianti”.
    La Segreteria Bicigroup

  6. Marina ha detto:

    Pe Maura
    Parli senza cognizione di causa, sugli incentivi di sicuro i dettaglianti non ci guadagnano proprio nulla,
    soprattutto in questo periodo dell’anno..
    lo sconto non viene assolutamente fatto su prezzi lievitati noi non possiamo decidere il prezzo ma inseriamo solo il modello e sul sito del ministero ci appare il prezzo di listino su cui applicarlo…
    tra l’altro il rimborso viene dato al costruttore che poi lo rigira a noi…
    e come se non bastasse il sito è bloccato da giorni, non possiamo fare le richieste e ci stiamo rimettendo la faccia con i clienti…soldi e tempo…per non parlare del fatto che per accedere dovevamo fornirci di una chiavetta dell’unicredit che ha cercato in tutti i modi di farci aprire un conto corrente (come fosse obbligatorio quando non lo era)…e molti ci son pure cascati…
    non so a chi siano serviti questi incentivi ma certo non a noi.

  7. Giancarlo ha detto:

    decido di acquistare una bicicletta usufruendo dell’agevolazione statale e mi dicono che il sito è bloccato e quindi …………….se voglio la bicicletta la devo pagare al prezzo pieno.
    Mi sembra la solita bufala…a meno che sia stata fatta dal solito politico interessato a svuotare i magazzini del costruttore amico e una volta raggiunto l’obiettivo si fa saltar fuori un qualche inghippo formale e tutto si ferma.
    Forse dobbiamo fare delle scuole di etica.

  8. riccardosky ha detto:

    Per Marina,
    e per tutti quelli che si chiedono se gli incentivi implicano effettivamente un miglioramento dei prezzi. L’incentivo prevede uno sconto del 30% sul prezzo di listino. Il listino non lo redige alcun venditore al dettaglio, ma è forntito dall’Ancma (vedi Confindustria), che nel comporlo si basa sui prezzi di listino foriniti delle case produttrici. Diciamo che tutto ciò vien fatto in buona fede. Diciamolo e speriamolo, per ora… Dunque, i prezzi di listino – di norma non scritta ma sfido chiunque a dimostrarmi il contrario – sono comprensivi di quel margine che il venditore al dettaglio può fruttare per fare il suo prezzo, trattarlo col cliente, concedere o non concedere sconti, affrontare la concorrenza. Questo margine è ragionevolmente pari almeno al 15%, se non maggiore (non si spiegano altrimenti sconti di percentuali simili). Ciò dimezza di fatto il valore dell’incentivo nei confronti delle tasche del cittadino. E non dimentichiamo che ci stiamo basando sui listini redatti dalle case produttrici e gli enti di cui sopra. Metteteci la fretta di scegliere e prenotare la bici, l’impossibilità di scegliere all’interno delle singole marche quei modelli che le case produttrici non mettono a listino (eh si, scelgono loro quali bici sono incentivabili… moltissime, ma non tutte) e l’impossibilità di verificare l’onestà del listino. Per concludere, ad alcuni cittadini l’incentivo può aver dato un piccolo contributo, che non è certo pari ad un effettivo 30%. I negozianti hanno fatto un bel pò di vendite extra (ma stanno pagando sulla loro pelle l’inefficieza del sistema informatico, con un pò di stress extra). I produttori vendono un bel pò di nuovo e svuotano un pò i magazzini (ci sono in listino anche modelli del 2007, ottimi modelli, ma del 2007). Le istituzioni fanno un gran fogurone sui giornali, e la solita pessima figura di inefficienza e di confusione nei confronti dei cittadini ormai abituati e rassegnati.

  9. giacomo ha detto:

    mi dicono che gli incentivi sono finiti è vero?

  10. carlo ha detto:

    incentivi statali biciclette

    Ne ho lette di cotte e di crude.
    Addirittura si tirano in ballo i supermercati che costano meno…Ma come si fa a fare simili paragoni? E compratela al supermercato sta bici no?!
    Si diffida sempre del negoziante ,ovvio è nel dna di una certa mentalità ostile a chi si fa il mazzo di suo.
    Nessuno qui ha parlato di quante spese ha un negoziante di biciclette che , incorre oltre tutto nella verifica data dagli studi di settore.
    Facendo il 30 % di sconto si accontenta il cliente ma si rimane scoperti per un periodo non precisato di tempo.
    Forse nessuno qui sa che le biciclette non ce le regalano ma devono essere pagate.Forse qui nessuno sa bene che spese ha una attività commerciale normale.Ce la dobbiamo fare da soli e senza aiuti se non quelli delle banche che addirittura guadagnano con questa ultima trovata infausta e mal gestita.
    I famosi listini sono quelli che abbiamo in negozio e sono visibili al pubblico nel sito del ministero.
    Quello che rimane dalla vendita di una bicicletta dopo aver pagato le bici ai fornitori , non viene in tasca a noi che poi andiamo al ristorante col suv alla sera…
    Vi sono tasse e ritasse da pagare il guadagno è sempre lordo.
    Se qualcuno nota non serietà in alcuni rivenditori, basta andare da un altra parte.
    Dirò di più per difendere la mia categoria.
    Quando ci fu il passaggio al fottuto euro (scusate) i listini sono solo stati trasformati da lira a euro. (dimostrabile)
    La vera vergogna di questo ma anche di quell’altro governo è che nessuno riesce a fare nulla di concreto e di serio per la mobilità ecologica.Si incentivano a suon di milioni fitti le auto ad esempio.
    Piste ciclabili? Manco a parlarne di rendere l’italia al pari dell’olanda.
    Quelli che hanno poi gestito la questione incentivi nemmeno sanno cosa vuol dire avere una rivendita di bici con annessa officina e altro e doversi sobbarcare un lavorio e una responsabilità simile con laq clientela , rischiando la faccia e dovendo attutire il colpo in altri modi.
    Perchè NOI dobbiamo svolgere un lavoro per forza per lo stato?
    Non è logico, LO FACCIANO LORO.
    Mettano i comuni al lavoro nel distribuire buoni per acquisto bici dimostrabili.
    Tutti quegli assessori che non fanno un tubo ….BRUNETTA DOVE SEI? spero giungano anche a TE le lamentele …
    grazie per lo spazio
    Carlo

  11. Marco ha detto:

    sono un neofita dell’ argomento
    chiedo anch’io chiarimenti; il rivenditore a cui mi sono rivolto mi ha detto che gli incentivi sono ..finiti
    è vero?
    anche a me sembra che siano stati diffusi poco e da pochissimo tempo .. possibile che siano già finiti?

    sono comunque solidale con la categoria perchè ho capito che è stato fatto un vero caos
    tuttavia lo sconto che mi viene proposto ( ora che gli incentivi non ci sono più ) non è soddisfacente

  12. carlo ha detto:

    I fondi sono finiti ma sembra che verranno stanziati altri 10 milioni per coprire altre domande rimaste inevase.
    Il vero problema è la solita disinformazione,non si sa ancora nulla ad esempio se sono stati apportati miglioramenti del sistema.
    Non si sa ancora niente se sono stati abilitati i rivenditori per alcuni marchi.
    Quelli che come me hanno dovuto rinunciare a fare le pratiche e di conseguenza vendere al cliente le bici al 20 % di tasca propria faranno una doppia figura quando saranno riattivati gli incentivi.
    Rimango dell’idea che non debba essere il rivenditore a dannarsi l’anima per emettere gli incentivi , ma le istituzioni e gli uffici comunali.
    Noi dovremmo solo poterlo applicare , il possibile cliente dovrebbe solo scegliere il marchio, così non vedremmo probabilmente i famosi canali preferenziali…mi viene da pensare per forza di cose che taluni marchi siano stati bistrattati apposta.
    Penso inoltre che coi margini e le spese che abbiamo non sia possibile fare grandi sconti di tasca nostra.
    Guardiamo ad esempio il settore abbigliamento (non da bici)che ricarichi applica a volte si parla di 200-300 % e senza sconti al pubblico.
    Lo sconto si applica più volentieri su biciclette costose dove anche per noi c’è un margine che ce lo permette.
    Su una bici da passeggio da max 300 euro è dura starci dentro.
    Se ci fosse un alleggerimento degli studi di settore e una pressione fiscale inferiore sarebbe forse possibile.
    Faccio un esempio su bici di 24″
    prezzo 101,00 + iva riservato
    prezzo vendita del listino 164,00 iva inclusa

    164,00 – 121,20 (costo al rivend. iva inc)
    = 43,00 euro lordo di guadagno
    al quale vanno tolte le tasse

    considerato che la schifezza che si trova in giro nella grande distribuzione che coasta meno della metà, considerando che a volte ci vogliono 2 ora per vendere una bici e per fare capire a un cliente che il prodotto ha dei motivi per costare di più, quante biciclettine si dovranno vendere per avere un ritorno?
    Qui tanti si credono che con la vendita di bici , in genere 6 mesi all’anno , si diventi ricchi.
    Qui tutti credono che la merce vada regalata, ma nessuno ha ancora capito a quali impegni va incontro un attività.A quante beghe burocratiche siamo sottoposti, mentre chi esce alle 17,30 dal lavoro se ne va in giro a cazzeggiare con la bici nuova e senza ulteriori pensieri.
    La triste real tà di chi fa queste leggi è che non si rende conto che oltre a rovinare le attività già in crisi, crea conflitti tra consumatori e venditori.
    Ripeto che ritengo illecito e costrittivo l’essere assunti dallo stato per fare pratiche e impazzire alla notte al PC e senza ricompensa alcuna, anzi dovendosi anche sorbire delle critiche dal pubblico.
    grazie

  13. Marco ha detto:

    io mi riferivo a una bici da circa 1000 euro .. mi viene proposto il 15%
    .. credo che il rivenditore abbia molto molto molto più margine di trattativa

  14. Carlo ha detto:

    E’ ovvio che su una 1000 euro il guadagno lordo sarà più alto, ma pur sempre lordo.
    Sapete bene che è più difficile vendere pezzi simili oggi e uno sconto 15 mi pare più che onesto per un cliente.
    Da pensare poi sempre al rischio rimanenze,e che la merce non ce la regalano affatto.
    Nessuno qui sa bene ancora quante bici da 1000 euro si devono vendere scontate al pubblico , per poi fare fronte alle spese di gestione di un negozio.(oltre pressione fiscale).
    Poi viene il capitolo dello stipendio personale, e della bassa stagione.
    Si vede bene ascoltando la gente e leggendo, che nessuno sa ancora bene la realtà delle cose.
    Un giorno quando la realtà del negozio finirà, verranno imposti dei prezzi dai grandi della distribuzione ,nessuno saprà nulla e non verranno fatti sconti,tutti crederanno di avere convenienza e invece rimarranno ciullati.Mancherà il rapporto umano,ma chi se ne frega , l’importante è avere il proprio oggetto di consumo.
    Ricordiamo che un negoziante non è finanziato dallo stato anzi ora come ora viene solo sfruttato.

  15. ric ha detto:

    So che i soldi sono finiti..e il 13 maggio hanno fermato tutto….però…ho sentito dire che hanno stanziato altri 10 mil…qualcuno sa qualcosa?…

  16. fernando ha detto:

    A oggi, il 15 giugno, tutto è ancora bloccato.
    Ma è un problema di fondi, di strutture informatiche o, di quello che il mio ciclista mi ha ventilato, che 4.000 milioni sono finiti a Napoli?
    Ma lì, non vanno esclusivamente in due (anche 3-4) sugli scooter senza casco?

  17. danila ha detto:

    uso la bici da sempre, da tempi non sospetti, perchè l’ecologia è un fatto di cultura che ricevi da quando nasci, non te la da’ l’incentivo statale (a cui l’ambiente non gliene frega proprio niente).
    E’ tutta scassata ma la riparo e va avanti, questo è risparmio ecologico!!
    Danila

  18. franz ha detto:

    vorrei sapere cortesemente se qualcuno mi può confermare prossimamente gli stessi incentivi per le bici.

  19. Maurizio ha detto:

    Il commento di riccardosky mi lascia basito.premetto che sono finito sul sito perchè volevo sapere che margini aveva un negoziante di scooter, e che con la vendita biciclette-scooter io non c’entro niente, ma la presunzione che uno deve lavorarare per la gloria…..
    lo sconto del 30% è un bello sconto altro che.

    esempio :

    prendiamo un ciclomotore che ha un costo al pubblico di 1000 euro

    30 % sconto da listino per contributo statale : costo a noi utenti 700 euro

    prezzo di acquisto presumibile del rivenditore , secondo il ragionamento fatto da riccardo sky , 850.00 euro

    il venditore becca un contributo di 300 euro , di cui 150 coprono il differenziale di costo del ciclomotore , 150 rappresentano il suo margine lordo iva inclusa

    il suo margine lordo al netto di iva è 125 euro
    a me sembra un margine + che ragionevole considerando tutti gli sbattimenti che la vendita di un ciclomotore o di una bicicletta comporta , CHE COMUNQUE VANNO PREPARATI E CHE RICHIEDONO UNA STRUTTURA DI vendita che è un mix di vendita e assistenza.
    Il vantaggio per il consumatore c’è eccome , e questi commenti che in un certo qual senso sminuiscono l’iniziativa mi sembrano molto qualunquisti e denigratori