Iniziano ad arrivare dati tecnici importanti sul terremoto in Emilia. La prima parte di questo post è dedicata a questi nuovi dati, la seconda a una serie di domande e risposte.
E’ disponibile grazie ad un lavoro congiunto IREA-CNR e INGV la mappa delle deformazioni permanenti dovute al terremoto. Nella mappa qui sotto sono risportati sollevamenti fino a 20 cm in area epicentrale ed è visibile una linea a 45 gradi con comportamento anomalo dovuta a liquefazioni, compattazioni e cedimentoi del vecchio corso del fiume Reno. La pagina di riferimento con tutte le spiegazioni e commenti di dettaglio è raggungibile qui.
Un rapporto con molte immagini sugli effetti di liquefazione è disponibile grazie al Prof. Roberto Romeo dell’Università di Urbino ed è accessibile a questo indirizzo.
Dall’Ing. Maria Rosaria Gallipoli dell’IMAA-CNR ricevo due HVSR effettuati a Mirandola. Mi comunica il Prof. Albarello dell’Università di Siena che il picco a 0.8-0.9 Hz è caratteristico di tutta l’area, con valori spesso sotto 1 a frequenze più alte e in casi favorevoli si identifica un picco anche a 0.2-0.3 Hz.
Per quanto riguarda l’identificazione della sorgente che si è attivata, ringrazio il Dott. Luca Valensise dell’INGV che he fornito l’immagine sottostante da cui si evince che si è attivato il fronte di sovrascorrimento più avanzato.
Infine, domande e risposte in ordine sparso:
D. mi piacerebbe sapere come mai a distanza di 80 km dall’epicentro a Reggio Emilia le scosse di assestamento con magnitudo intorno al 4°non vengono avvertite?
R. L’ampiezza delle onde sismiche decade in maniera molto rapida con la distanza ed in maniera dipendente anche dalla profondità (vedi il grafico qui sotto da Musson & Jimenez, 2009)
D. riguardo al fango e alla sabbia fuoriuscita a San Carlo e Sant’Agostino qui in tanti hanno fatto un’osservazione che non so se possa essere utile, la strada si è aperta, i marciapiedi sono crepati e la sabbia e salita pressochè dove si troverebbe il vecchio percorso del fiume Reno, da tanti anni deviato.
R. Ieri ed oggi sono stato ad un incontro a Roma dove i colleghi dell’INGV hanno fatto vedere immagini SAR che mettono in mostra le zone sollevate o sprofondate (vedi immagine ad inizio pagina). L’intero paleoalveo del Fiume Reno ha avuto problemi di cedimenti e anche la maggior parte delle liquefazioni sono dovute ai sedimenti molto fini del vecchio corso del fiume.
D. parlavo oggi con un amico, che è convinto che su terreni di tipo alluvionale ci siano differenze tra scosse ondulatorie e sussultorie: onde ondulatorie sarebbero amplificate, mentre quelle sussultorie assorbite.
R. Innanzitutto non esistono scosse ondulatorie e scosse sussultorie.
Ogni terremoto produce onde compressionali (in cui il suolo si muove lungo la direzione di propagazione dell’onda) ed onde di taglio (in cui il suolo si muove in un piano perpendicolare alla direzione di propagazione dell’onda).
Poichè per motivi che è complicato spiegare le onde sismiche tendono ad emergere vericalmente dal terreno, la parte compressionale viene percepita come “sussultoria” e quella nel piano orizzontale della superficie terrestre come “ondulatoria”
I due tipi di onde, le onde P compressive e le onde S di taglio hanno ciascuna la propria amplificazione nei sedimenti. In alcune particolari condizioni, come quella di sedimenti molto profondi anzichè amplificazione si può avere attenuazione.
L'articolo originale lo trovi sul sito di terremoti, sismologia ed altre sciocchezze