Pubblicato in: Clima

La Polonia blocca l’UE: “No al taglio ulteriore delle emissioni”

di luca.pistolesi 11 luglio 2011

Il Parlamento Europeo ha bocciato l’aumento del taglio delle emissioni di gas serra dal 20 al 30% entro il 2020, rispetto ai livelli del 1990. Il provvedimento è stato “rimbalzato”, nonostante il folto gruppo di Paesi che lo sostenevano (tra di essi Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Portogallo, Spagna, Svezia e Regno Unito, oltre alla Commissione Europea). Inoltre, erano giunti pareri positivi anche da numerose multinazionali, come IKEA, Barilla, Coca Cola, Sony, Nike e Google: segno che la riduzione dei gas serra non è necessariamente un vincolo allo sviluppo economico.

Il voto ha visto 347 voti contrari, 258 favorevoli e 63 astensioni. Il fronte vittorioso del no era guidato dalle destre europee (compresi i conservatori britannici, in grave disaccordo con il loro stesso premier Cameron) e dai deputati della Polonia, che deterrà la presidenza del Parlamento Europeo per i prossimi sei mesi. Proprio la Polonia ha osteggiato fortemente l’innalzamento degli obiettivi di riduzione delle emissioni, considerati “un favore” a quelle grandi economie che non si sono ancora impegnate con forza sul fronte ambientale (Cina e Stati Uniti su tutti). Va ricordato soprattutto che la Polonia dipende energeticamente per oltre il 90% dal carbone, il più inquinante dei combustibili.

Rimane dunque confermato il piano 20-20-20, cioè taglio del 20% delle emissioni, 20% di energia prodotta dalle fonti rinnovabili e il miglioramento del 20% dell’efficienza energetica, il tutto entro il 2020. I tagli sono differenziati stato per stato: in Italia l’obiettivo da raggiungere entro il 2020 è -17% (sempre rispetto ai livelli di emissione del 1990).

Fonte: ilpost.it.

I commenti sono chiusi.