Pubblicato in: Clima

Il centrodestra negazionista: “Nessun allarme clima”

di luca.pistolesi 13 aprile 2010
Sul clima il Pdl non crede all'Onu

Il Pdl non crede all'Onu: "Ricercatori di dubbia moralità, il clima non è in pericolo"

La maggioranza parlamentare di centrodestra ha presentato al senato una mozione che chiede al governo di smarcarsi dalla politica europea di riduzione delle emissioni di gas serra. Il testo porta la firma dei senatori D’Alì, Possa, Fluttero, Viceconte, Izzo, Sibilia, Nespoli, Vetrella e Carrara(1). Il primo firmatario, Antonio D’Alì, di Forza Italia – Popolo delle Libertà, è lo stesso che aveva firmato, insieme ad altri, due mozioni che negavano i cambiamenti climatici e che impegnavano il governo a non finanziare la ricerca sul solare termodinamico. Entrambe erano state approvate dalla maggioranza.

Con questa mozione D’Alì e soci vogliono fare un passo ulteriore, impegnando il governo a rinunciare all’obiettivo del 20-20-20 (riduzione del 20 per cento dei gas serra, di un aumento del 20 per cento dell’efficienza energetica e di una quota del 20 per cento di energia da fonti rinnovabili entro il 2020). Obiettivo sul quale è stato raggiunto un faticosissimo accordo a livello europeo, e che viene considerato dai maggiori paesi (GB, Francia e Germania) persino troppo blando.

Secondo il gruppo di senatori pdiellini, la corsa alla riduzione delle emissioni è basata su “tesi catastrofiste” basate su rapporti dell’Onu “oggi rivelatisi errati o non sufficientemente supportati dal punto di vista scientifico”. La mozione arriva a mettere in dubbio la “serietà” e la “moralità” di alcuni dei principali componenti dell’IPCC, l’organo dell’Onu che ha dimostrato gli effetti dell’inquinamento sui cambiamenti climatici.

Purtroppo siamo certi che anche questa mozione vergognosa verrà approvata. Del resto, le tesi negazioniste trovano in Italia terreno molto più fertile che altrove. Siamo il Paese in cui vengono chiamati ai convegni organizzati dal governo i pochi ricercatori ancora scettici, e lasciati a casa tutti gli altri. Lo stesso Paese in cui basta dire che l’inverno è stato freddo per pensare di dimostrare che il Pianeta non si stia surriscaldando (ci riferiamo ovviamente al Giornale, e al suo “esperto” Paolo Granzotto).

(1) Fonte: Repubblica.it

Una replica a “Il centrodestra negazionista: “Nessun allarme clima””

  1. giovanni ha detto:

    Gli argomenti scientifici non dovrebbero essere nè di destra, nè di sinistra. Eppure – se si parla di clima – quasi la totalità delle persone di sinistra aderiscono alla tesi di Gore e sono preoccupati per il disastro irreparabile, mentre chi si dichiara di destra sposa più volentieri le tesi negazioniste.

    Certo che se il principale organismo l’IPCC smentisce se stesso in continuazione, questo non contribuisce certo a fare chiarezza.

    Sempre sul Giornale trova spazio lo scienziato Franco Battaglia
    http://www.ilgiornale.it/autore/franco_battaglia/id=5750

    che in un suo articolo mette in luce le incongruenze dell’IPCC.
    http://www.ilgiornale.it/interni/i_ghiacciai_non_si_sciolgono_unaltra_ecoballa_che_scoppia/22-01-2010/articolo-id=415704-page=0-comments=1

    Nel suo articolo, Battaglia dice:
    Un’altra figuraccia l’Ipcc l’ha fatta col suo ultimo rapporto (2007) ove dichiara: «Il riscaldamento globale dal 1975 in poi è molto probabilmente di causa principalmente antropica». Insomma, nel suo ultimo rapporto, l’Ipcc circoscrive la responsabilità umana ai soli anni successivi al 1975, con ciò ammettendo di aver sbagliato per i 20 anni precedenti quando attribuiva all’industrializzazione il riscaldamento successivo al 1850. Giova sapere che è da 10 anni che il pianeta ha smesso di scaldarsi: quelli dell’Ipcc hanno cercato di nasconderlo (Climategate) ma, come detto, non si possono ingannare tutti per sempre.

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    Purtroppo a destra aderisono alle tesi negazioniste per partito preso, perche’ non vogliono le energie rinnovabili ed ecologiche.

    Da sinistra, per lo stesso motivo, si sposano senza riserve tutte le tesi sul riscaldamento globale

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