Pubblicato in: Clima

Copenhagen: la conferenza è vicina al fallimento

di luca.pistolesi 15 dicembre 2009
Al Gore parla a Cop 15

Al Gore parla a Cop15

E’ il momento più difficile per la Conferenza di Copenhagen e per quanti speravano che da questo appuntamento uscisse un trattato in grado di salvare il Pianeta dai cambiamenti climatici.  Mentre nelle strade continuano ad avvenire scontri tra i black block e le forze dell’ordine (ieri notte circa 200 arresti nella comune Hippy di Christiania) il caos sembra aver invaso anche le aule dei rappresentanti internazionali.

Ieri lo strappo è arrivato dai Paesi Africani, che hanno abbandonato l’aula della trattativa in segno di forte protesta contro l’atteggiamento degli stati indistrializzati, restii ad accettare un prolungamento del Protocollo di Kyoto. Difatti, il trattato approvato in Giappone prevedeva un impegno nella riduzione dei gas serra esclusivamente per gli stati già industrializzati, che tra l’altro hanno diffusamente disatteso le aspettative. Inoltre, Kyoto non era stato sottoscritto dagli Stati Uniti (che all’epoca erano il Paese più inquinante del mondo) e neanche dalla Cina (che è attualmente il Paese più inquinante), e quindi un suo prolungamento non sarebbe comunque una soluzione sufficiente.

Lo strappo dei Paesi Africani è stato ricucito dalla Presidenza danese del vertice: gli Stati Africani sono tornati al tavolo. Sempre ieri è arrivata l’ennesima dichiarazione ostile della delegazione cinese, stavolta contro gli stati insulari del G77, il consorzio dei Paesi in via di Sviluppo cui partecipa anche la Cina stessa. In un editoriale comparso su China Daily si sostiene che le richieste di alcuni Paesi, tra cui quelli insulari, rischiano di compromettere la trattativa. “Considerato il fatto che quei Paesi sono minacciati dall’innalzarsi del livello del mare, le loro richieste sono comprensibili – continua l’articolo – ma potrebbero mettere un peso eccessivo sulle spalle di alcuni Paesi in via di sviluppo imponendo loro tagli alle emissioni (di gas inquinanti) di proporzioni troppo profonde”.

Altre due notizie più che negative: la prima è che i negoziatori hanno indicato a maggioranza il limite considerato tollerabile di CO2 nell’atmosfera: 450 parti per milione. Gli scienziati dell’IPCC avevano invece indicato un limite massimo di 350 parti e hanno stimato il livello attuale in 387. Ciò vuol dire che i delegati prevedono verosimile un aumento delle emissioni globali. La seconda è invece arrivata dal Premio Nobel Al Gore, che ha spiegato ai delegati come le stime degli scienziati dell’IPCC potrebbero essere corrette in maniera negativa, e come i ghiacci polari potrebbero scomparire, secondo le nuove stime, in circa 5-7 anni.

Con tutte queste premesse, la conclusione dei negoziati potrebbe essere amarissima. Attendiamo ora soltanto le giornate di giovedì e venerdì, quando arriveranno a Copenhagen i leader per prendere la decisione finale. Magari ci riserveranno qualche sorpresa, del tutto inaspettata.

3 risposte a “Copenhagen: la conferenza è vicina al fallimento”

  1. codeluppi alessandro ha detto:

    secondo me è stata una”cavolata” perchè hanno fatto tanto CASINO per poi non decidere nulla

    i politici non capiscono niente

  2. Gajira Norimaki ha detto:

    Ma dai non fatevi sempre tirare x il naso, ho anche io alcuni amici, magari anche fra i migliori dal punto di vista umano dell’onestà e/o impegno sociale, insomma della correttezza ideologica diciamo, che si animano per il nostro povero pianeta.
    E sarebbe anche giusto perbacco, ma confondersi o scambiare per realtà scientificamente note, questo continuo allarmismo ambientale, fra telegiornali inaccettabili(in generale, almenro in italia) film hollywodiani catastrofici(si si anche quelli hanno il loro profondo effetto che credete..) e il contraltare di interessi(puramente economici o di potere) sproporzionati internazionali, a volte raccontati con contenuti(vedi chiacchere) o metodi(vedi musichette da film drammatico) veramente puerili…
    dai
    come fate a cascarci sempre ??
    oltretutto avete i continui esempi (contigui..) :
    e la storiella dell’influenza A e prima quell’altra, e la politica continua che sembra più d’avanspettacolo che da gestione di un paese, ecc.. ecc.. (sinistra e destra che giocano allo stesso gioco, contro i NOSTRI interessi eh, notare bene)
    perchè poi lo so che dite “no no ma io lo so che son tutti uguali, e la tv non la guardo”
    come se
    non foste circondati e condizionati da un ambiente e persone vicine che seguon già tutte la stessa corrente.. quale e dove porti poi nessuno lo sa, tanto lo si scopre solo quando è troppo tardi !
    ma bravi,
    troppo sforzo eh provare almeno ad ancorarsi al primo appiglio o masso affiorante del vostro senso della realtà, sempre che non siate già entrati(troppo) nel circolo vizioso della dipendenza di qualche droga..
    e non parlo certo delle fin troppo demonizzate sostanze(come fosse quello uno dei primi problemi REALI degli italiani) ma delle VERE droghe:
    illudersi di stare meglio pagando, di stare meglio apparendo meglio, frustrarsi perchè ci si sente ERRONEAMENTE insignificnati, colpevoli(perchè “benestanti” rispetto ad altri, altri popoli..) realmente Impotenti, normalmente NON padroni della propria vita, del futuro dei nostri figli…………………………………………………….

    • luca.pistolesi ha detto:

      i cambiamenti climatici sono un fatto sul quale concordano il 95% dei ricercatori internazionali, l’Onu, l’Europa e, da Obama in poi, anche gli Stati Uniti e la Cina. Quanto agli interessi economici, in questo caso ci sono eccome interessi perché il problema venga negato o minimizzato… Non c’entra nulla il catastrofismo hollywoodiano, pesano gli scienziati e i premi nobel: anche loro fanno falso allarmismo per interesse?