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Peta contro Obama: non si uccidono le mosche

di luca.pistolesi 1 luglio 2009

L’associazione Peta (People for Ethical Treatment of Animals) critica Obama. Non per le sue politiche, ma per la sua recente performance di ammazzamosche. Il video, che qui vi presentiamo come è stato mandato in onda dal TG3, ha fatto il giro del mondo.

Infastidito da una mosca durante un’intervista, il Presidente ha smesso di parlare, ha preso la mira e con un colpo secco ha stecchito l’insetto, mostrando poi sorridendo la macchietta nera sulla moquette.

Il "handy-dandy bug catcher"

Il "handy-dandy bug catcher"

Il video è effettivamente molto divertente. Molti hanno pensato a una metafora delle attitudini di Obama verso i suoi “ostili”,  altri hanno semplicemente commentato i suoi ottimi riflessi. Altri ancora, però, hanno chiamato in causa la Peta: come si permette il Presidente degli Stati Uniti d’America di uccidere una mosca davanti alle telecamere?

La Peta, che campa di eventi sensazionali, di solito facendo spogliare modelle e dive del cinema, non si è fatta pregare. Sul blog ufficiale dell’associazione è comparso un post dal titolo “Obama e la mosca“, scritto dall’attivista Alisa Mullins, che comincia così: “Di certo non si può dire che Obama sia una persona che non farebbe del male ad una mosca”. Di fronte alle richieste di prendere una posizione ufficiale, l’associazione risponde: “Obama non è Buddha. E’ un uomo, e come tutti gli uomini dovrebbe pensarci molto molto bene, prima di agire”, e, in chiusura, consiglia al Presidente, per i prossimi insetti che dovessero infastidirlo, di usare un handy-dandy bug catcher, una specie di cattura-e-lascia-vivere insetti, uno dei quali la stessa Peta si sta già preoccupando di inviargli. Eccessivo? Beh, ognuno fa il suo lavoro…

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