Quale futuro attende i milioni di veicoli alimentati a gasolio? Se lo chiedono in tanti, dopo che a giugno l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha spostato i fumi di scarico dei motori diesel dalla categoria dei “probabilmente cancerogeni” (Gruppo 2A) a quella dei “sicuramente cancerogeni” (Gruppo 1). I motori a benzina, invece, rimangono nella categoria dei “potenzialmente cancerogeni” (Gruppo 2B).
La posizione più estrema è stata assunta dal Codacons, che oggi ha presentato un esposto per chiedere il sequestro di tutti i veicoli diesel presenti sul territorio di Milano. Così si legge nell’esposto che l’associazione dei consumatori ha presentato alla Procura: «Si chiede che il Procuratore della Repubblica adito voglia accertare il pericolo che la libera disponibilità dei veicoli diesel possa aggravare o protrarre le conseguenze di cui in narrativa e, quindi, voglia ordinare il sequestro preventivo ex articolo 321 del codice di procedura penale di tutti i veicoli alimentati a diesel presenti sul territorio della città di Milano e provincia». Non solo. Il Codacons chiede di «accertare la responsabilità del sindaco pro tempore di Milano e del presidente della Lombardia per le ipotesi di violazione di legge che si evincono in narrativa», in particolare rispetto ai reati di omissione di atti d’ufficio e getto pericoloso di cose.
Ovviamente, l’iniziativa del Codacons è da intendersi come una provocazione: soltanto sul territorio milanese infatti circolano oltre mezzo milione di vetture diesel. Senza contare, poi, che tutto il settore dell’autotrasporto industriale e commerciale italiano si basa quasi esclusivamente su questo tipo di carburante.
Dunque, quali alternative abbiamo? La prima è continuare a far finta di nulla, sotto la spinta degli interessi economici dei produttori di autovetture, che sulla tecnologia diesel hanno investito troppo per lasciarla andare. Un atteggiamento che alla lunga si rivelerebbe pericoloso e irresponsabile, tanto più dopo che sull’argomento si è espressa la massima autorità mondiale: basti pensare al simile caso dell’amianto.
La seconda alternativa è la rivoluzione auspicata dal Codacons: messa fuorilegge dei motori diesel e sequestro di quelli già in circolazione. E’ semplicemente impraticabile sul breve periodo, ma potrebbe essere una strada percorribile nel medio-lungo termine, lasciando ai costruttori il tempo di sviluppare altri tipi di motori (in particolare le tecnologie ibride, che generalmente coinvolgono i motori a benzina e non quelli diesel) e prevedendo meccanismi di incentivi per le rottamazioni.
La terza alternativa è che vengano imposti limiti maggiori alle emissioni consentite ai veicoli diesel, da estendersi ai veicoli già in circolazione: una sorta di nuova operazione “marmitta catalitica“, con l’implementazione di nuovi sistemi di filtraggio delle emissioni a tutti i motori diesel. Sarebbe una soluzione temporanea, non del tutto efficace ma sicuramente più semplice da attuare rispetto a rivoluzioni vere e proprie.
A livello ambientale, ci sarebbe da augurarsi una rapida messa al bando dei motori diesel, ma consideriamo molto più probabile e meno traumatica la terza alternativa. Voi cosa dite?