Si chiama Carbon Capture and Storage la tecnologia che dovrà servire a catturare e stoccare in serbatoi naturali sotterranei la CO2 prodotta dalle nostre ciminiere. Noi di Pianeta avevamo già parlato del CCS in un precedente post, definendo semplicemente folle un progetto che preveda di investire miliardi solo per trovare un rifugio temporaneo (al massimo qualche secolo) per l’anidride carbonica che potremmo benissimo ridurre alla fonte.
Ora sembra però che siano stati fatti passi avanti interessanti, seppur all’interno del medesimo, miope progetto. Le aziende del Winsconsin Alstom Power e We Energies hanno infatti testato con successo una nuova procedura che permetterebbe, a quanto dicono, di catturare chimicamente la CO2 con l’ammoniaca fredda (1). Il processo avrebbe una resa altissima: oltre il 90% dell’anidride carbonica sarebbe catturata e immagazzinata. L’Alstom garantisce di poter istallare questa sorta di “filtri” all’ammoniaca praticamente in ogni grande ciminiera, dalle grandi industrie alle centrali alimentate con combustibili fossili. Nel progetto pilota, realizzato a Pleasant Prairie, in Winsconsin, l’Alstom sarebbe stata in grado, secondo le parole del responsabile Robert Hilton, di catturare circa 18mila tonnellate di CO2 pura al 99%, nell’arco di circa 4.600 ore di testing consecutive.
Il problema di fondo comunque rimane: l’Alstom ha rilasciato immediatamente la CO2 catturata, perché non avrebbe saputo dove stoccarla. Il passo successivo è però già pronto per la centrale di AEP’s Mountaineer, in West Virginia, dove l’Alstom tenterà d’implementare l’intero progetto, dalla cattura con l’ammoniaca allo stoccaggio a 8.300 metri di profondità. Vedremo come andrà a finire. Magari ci sbagliavamo, magari potrebbe essere una soluzione non così rischiosa, irrazionale e inutile come poteva sembrarci.
(1) Per saperne di più sul sistema di stoccaggio con ammoniaca fredda (dal sito della Alstom Power)