Pubblicato in: Ecosistema

La teoria del Principe Carlo sul parlare alle piante

di luca.pistolesi 1 aprile 2009

principe-carlo
Sussurrare i versi di una poesia può far bene a una pianta? La domanda circola da decenni, soprattutto in Gran Bretagna, dove  vent’anni fa fu addirittura il Principe di Galles in persona a sostenerla. “E’ molto importante parlare alle piante. E loro reagiscono”, disse Carlo di Windsor rispondendo a una domanda. Una dichiarazione che gli ha fruttato anni e anni di risate e sbeffeggiamenti vari, in patria e all’estero. Finalmente, però, qualcuno l’ha preso sul serio.

Si tratta della Royal Horticultural Society, l’ente di ricerca della Regina sulle piante da coltura, che ha deciso di sperimentare su alcune  piante di pomodoro la “terapia della voce“, forse proprio allo scopo, dicono i maligni, di riabilitare il Principe agli occhi dell’opinione pubblica. Alcuni lettori MP3 saranno posti nelle loro vicinanze e manderanno a ciascuna una voce diversa. Un gruppo di piante, che fungerà da controllo, sarà invece coltivato senza suoni sempre nella stessa serra. Alla fine dell’esperimento si confronterà la crescita delle piante “disturbate” e di quelle  “lasciate in pace”, e se ne trarranno le conclusioni.

Per il soggetto musicale la scelta è caduta sulla lettura di alcuni brani tratti dal Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare e dal romanzo di fantascienza Il giorno dei Triffidi, di John Windham. Perché proprio questi due testi? Il primo perché è nota la passione di Shakespeare per il mondo vegetale (ed è nota, ovviamente, l’ammirazione sconfinata degli inglesi verso il loro bardo). Il secondo perché parla della lotta tra gli esseri umani e i triffidi, delle enormi piante immaginarie mangiatrici di uomini. Gli scienziati sono convinti, tra l’altro, che il contenuto non sia assolutamente importante: e ci contiamo davvero, visto il soggetto che hanno avuto l’ardire di scegliere.

Potrebbe rivelarsi invece molto più interessante notare se esiste una relazione tra il timbro della voce e la crescita della pianta. Intervistato dal Times, Trevor Cox, professore di acustica all’Università di Salford, ha ipotizzato che una voce baritonale, come ad esempio quella di Barry White, possa più facilmente far vibrare le piante e dunque influenzarne la crescita.

Siamo ora impazienti di scoprire, quando saranno resi noti i risultati, se Carlo d’Inghilterra ha soltanto fatto una delle sue innumerevoli figuracce, oppure se ha incredibilmente anticipato una teoria scientifica plausibile.

I commenti sono chiusi.