Pubblicato in: Nucleare

Il Governo stoppa il nucleare, salta il referendum

di luca.pistolesi 19 aprile 2011

Il Governo italiano fa marcia indietro e stoppa a tempo indeterminato la progettazione e la costruzione di impianti nucleari. La moratoria di un anno sul ritorno all’atomo viene quindi trasformata in uno stop vero e proprio, con tanto di modifica della legge che stabiliva la road map nucleare, da votare entro pochi giorni in Parlamento. Dunque decadrà il quesito referendario del 12 e 13 giugno sull’atomo.

Proprio il referendum è la chiave di volta della marcia indietro: la presenza del quesito sull’atomo rendeva infatti possibile (se non probabile) il raggiungimento del quorum anche per gli altri quesiti, quello sulla privatizzazione dell’acqua e soprattutto quello sul legittimo impedimento. Se come sembra il quesito sul nucleare dovesse venir meno, Berlusconi potrà dormire sonni tranquilli sul mantenimento della legge che gli consente di rinviare le udienze per motivi istituzionali (anche se recentemente ridimensionata dalla Consulta).

Tutto sommato, il mondo ambientalista non può che essere soddisfatto: il referendum è sempre una scommessa rischiosa, e l’eventuale mancato raggiungimento del quorum avrebbe rotto l’ultima diga. La decisione del Governo è figlia della mobilitazione trasversale dell’opinione pubblica, sia prima che in seguito al disastro di Fukushima, contro una scelta sbagliata e pericolosa.

L’emendamento che verrà votato recita: “Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche mediante il supporto dell’Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione Europea, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare“.

Fonte: Repubblica.it

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