Più energia emette una turbina, più quest’energia sarà economica per chi la produce. Quindi, più è grande la turbina, più essa sarà conveniente: è molto meglio investire in una turbina molto grande, piuttosto che in tante piccole.
Purtroppo però, non sempre è possibile. Infatti le più grandi turbine costruite fino ad ora, capaci di erogare circa 10 MW di potenza, sono estremamente pesanti, fino a 300 tonnellate. Una caratteristica, questa del peso eccessivo, che ne complica enormemente tanto il funzionamento quanto la costruzione. Molto spesso, infatti, turbine così grandi possono essere costruite solo in luoghi raggiungibili via mare o fiume, poiché non tutte le strade sono adatte a sopportare un peso così grande. Inoltre, il peso rende estremamente meno efficiente il generatore di energia.
Per ovviare a questi problemi, i ricercatori americani del National Renewable Energy Laboratory e del National Wind Technology Center hanno stretto una collaborazione con i colleghi dell’American Superconductor per cercare di introdurre la tecnologia dei superconduttori nel mondo dell’energia eolica. L’idea è di produrre un generatore da oltre 10 MW che pesi soltanto 120 tonnellate, cioè circa un terzo di quelli finora in uso. Ciò potrebbe essere possibile perché i superconduttori sono materiali mediamente più leggeri e, se portati a temperature molto basse, danno una resistenza elettrica estremamente inferiore: vuol dire, per esempio, che per generare la stessa quantità finale di energia, una turbina a superconduttori avrebbe bisogno di pale molto più piccole e leggere di una normale, perché sarebbe possibile immagazzinare una porzione di energia molto più grande.
Ora attendiamo che gli enti di ricerca statunitensi facciano il loro mestiere e indaghino sull’effettiva opportunità dell’impiego dei superconduttori nella costruzione delle turbine eoliche. Certo che, se le premesse fossero rispettate, si potrebbe aprire una strada decisamente più agevole di quelle seguite finora per la costruzione di centrali di energia eolica.