Pubblicato in: Combustibili Fossili

Carbon capture and storage: in Virginia è già realtà

di luca.pistolesi 9 novembre 2009
La centrale di Mountaineer

La centrale di Mountaineer

Il carbon capture and storage è già in funzione in una centrale a carbone in West Virginia. L’innovativa tecnologia che permetterà di filtrare le emissioni delle centrali alimentate a combustibili fossili e di separare la CO2 dal resto dei gas di risulta è ora una reale possibilità. L’annuncio proviene dalla rivista Scientific American, che già in passato ha seguito con interesse l’evoluzione di questa tecnologia.

La centrale in questione è l’AEP’s di Mountaineer, dove è stato implementato il primo impianto funzionante al mondo di CSS dall’Alstom Power. Tramite la commistione delle emissioni della centrale con ammoniaca fredda, secondo l’Alstom, è possibile ottenere anidride carbonica che, una volta pressurizzata, raggiunge lo stato liquido e può essere stoccata ad elevate profondità nel sottosuolo, in modo da impedire al gas di entrare nell’atmosfera.

Secondo l’Alstom, attualmente l’impianto di Mountaineer è capace di catturare e stoccare solo l’1,5% della CO2 prodotta in totale dalla centrale, mentre servono nuovi investimenti, circa 700 milioni di dollari, per avvicinare la cattura del carbonio al livello massimo, stimato sul 90%. L’Alstom aveva già realizzato un impianto di cattura del carbonio in Winsconsin, dove però non era in grado, per la conformazione geologica del sito, di stoccare la CO2. Nell’impianto di Mountaineer, invece, essa viene “sparata” a circa 2.450 metri sottoterra, in uno strato di roccia porosa che in America giudicano adatta allo stoccaggio, in questa fase di prova. Se e quando il progetto diventerà definitivo, il sito di stoccaggio sarà invece a una profondità di oltre 8.000 metri.

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