I comuni italiani stanno guidando una vera e propria rivoluzione energetica. Secondo il rapporto “Comuni Rinnovabili 2010“, realizzato da Legambiente, è cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi cinque anni il numero di comuni in cui sono installati impianti di energia da fonti rinnovabili: ad esempio, 6.311 comuni, l’83% del totale, ospita almeno un impianto fotovoltaico, il 22% in più rispetto al 2009 e addirittura l’8.528% in più rispetto al 2006 (erano soltanto 74). Il numero di comuni interessati cresce per tutte le fonti di energia rinnovabili considerate: oltre al fotovoltaico, il solare termico (+3.762% rispetto al 2006), l’eolico (+250%), il mini-idroelettrico (+2.000%), il geotermico (+3.620%) e le biomasse (+2.462%).
Il dato ancora più importante è la crescita complessiva e diffusa sul territorio della potenza energetica proveniente da fonti rinnovabili: nel 2009 sono stati installati 1.000 MW di solare e 500 MW di eolico in più. Le fonti rinnovabili sono così riuscite a coprire il 20% di fabbisogno del consumo lordo di energia, contro il 16,5% del 2008.
Secondo Legambiente, i margini di sviluppo sono ancora molto ampi soprattutto in una prospettiva centrata sul fabbisogno energetico di piccole comunità o, ancor meglio, di singoli edifici. Se infatti dall’inizio del ‘900 energia rinnovabile in Italia voleva dire soltanto grandi impianti idroelettrici, la crescita degli ultimi anni è ascrivibile interamente alle micro-iniziative di privati e amministratori locali, che hanno beneficiato dei contribuiti e degli incentivi. Proprio per la morfologia del sistema produttivo italiano, fatto di piccole e piccolissime imprese, questa strada si dimostra la migliore in termini di risultati energetici, di creazione di opportunità di lavoro e di giro d’affari.