Sono passati meno di quattro anni da quel 6 agosto del 2005, quando gli ambientalisti italiani poterono finalmente festeggiare, una volta tanto, l’abbattimento dell’eco-mostro di Punta Perotti. Un punto di partenza, si sperava, per la controffensiva alla cementificazione incontrollata della nostra penisola. Per questo guardarsi intorno oggi fa ancora più male.
Qualche mese fa, il governatore della Sardegna, Renato Soru, si è dimesso perché la sua maggioranza di centrosinistra non era d’accordo con lui nel vietare la concessione di permessi a costruire nelle vicinanze della costa. Ripresentatosi alle elezioni, sostenuto da un partito in ginocchio, ha sonoramente perso ed è stato rimpiazzato da Ugo Cappellacci, che si appresta a riaprire la corsa al cemento.
È di questi giorni, invece, la notizia che il governo porterà in parlamento un disegno di legge con il quale renderà di fatto obsoleto il reato di abuso edilizio. Sembra infatti che sarà possibile, per le Regioni che lo vorranno, e guarda caso la Sardegna ha già alzato la mano, concedere il permesso di abbattere e ricostruire edifici con una cubatura maggiorata del 20 o forse del 30 per cento. Di più, potranno addirittura sostituire il permesso di costruire con una semplice certificazione di conformità del progettista. Anche i Comuni, ovviamente, potranno partecipare alla festa, permettendo di abbattere e ricostruire anche in deroga al piano regolatore. In somma, un “liberi tutti” generale.
Molti, adesso, si stanno fregando le mani. La crisi imperversa, il settore edile, già artefice e vittima dell’esplosione della bolla immobiliare, è tra i più in crisi. Sappiamo che una deregolamentazione così sfacciata porterà necessariamente un’impennata della domanda, e quindi un rilancio del settore e, di conseguenza, potrà avere effetti benefici sulla ripresa nel breve termine. Tuttavia, la mancanza di freni alla distruzione e alla ricostruzione ci sembra un pessimo stratagemma, miope e poco originale. La crisi si supera rilanciando politiche sane, non a colpi di condoni, e quando sono finiti i condoni, di legalizzazioni. Non sulla pelle della nostra terra. Ancora una volta, scopriamo che la nostra idea di come dovrebbe essere il nostro Paese è diversa da quella che hanno i nostri uomini di Stato.
Ci sono tanti piccoli e piccolissimi abusi che non sono stati sanati nel 2004 per l’opposizione di alcune Regioni (nella mia, in Toscana, grazie a Martini si era creato un clima assolutamente sfavorevole)tanto che le domande sono state pochissime.
Si sa che i Comuni se non sosno spinti da vili denunzie anonime non fanno nulla ,come si è visto per i 2 milioni di èparticelle edificate in zone agricole che ancora non risultano a catasto.
Non sarebbe il,caso, invece di fare tanti proclami inutili, di riaprire i termini del condono ’85 un’ultima volta, conm sanzioni per chi non se ne avvale?
E poi che cos’è il reato edlizio in Italia? molto spesso si tratta della violazione di norme incomprensibili, astratte e sempre tese ad impedire ai privati la valorizzazione delle loro proprietà specialmente in ambito di restauro.
E poi non se ne può più di tutti questi vincoli (paesaggistici,storici etc. che affliggono oltre il 30% del territorio) della proibizione dei cambiamenti di destinazione, della finzione delle zone agricole dove l’agricoltura non esite più di tutto questo clima di terrore che grava sula mattone…… ricordate che anche Punta Perotti era formalmente legittima e che solo per l’intervenmto di stolti ambientalisto sono stati demoliti centinaia di miliardi di investimenti…….peraltro il Comune di Bari è stato condannato a risarcire Mantarrese……
Insomma francesco, visto che i Comuni non fanno nulla contro gli abusi, tu proponi di riaprire (di nuovo) il condono edilizio e di costringere in qualche modo tutti i possessori di case abusive ad aderirvi, e tutti gli altri cittadini a tenersele. Inoltre vorresti ridefinire al ribasso (o addirittura cancellare, non s’è capito) il reato di abuso edilizio perché credi che i vincoli paesaggistici “affliggano” il nostro territorio. Vorresti pure che uno stabile costruito per essere un’abitazione possa senza grossi problemi diventare, ad esempio, un’industria tessile. Infine dici che era giusto tenersi Punta Perotti, perché era formalmente legittima e era costata un sacco di soldi, e per non dover pagare il risarcimento.
Credo proprio che dovresti parlare delle tue idee al nostro attuale presidente del consiglio. Secondo me potrebbero piacergli così tanto da valerti almeno un posto da sottosegretario con delega all’edilizia.
IO CREDO CHE, VISTO CHE GRAN PARTE DELL’ ITALIA TENE TUTTE LE COSTE PIENA DI CASE CONFINANTE LE SUE COSTE DEL MARE, NON CAPISCO PERCHè PRIVARE L’ ISOLA DELLA SARDEGNA DI POTER FARE LO STESSO COME FATTO L’ITALIA…
L’ EX PERSIDENTE SARDO PRIVAVA DI COSTRUIRE LUNGO LE COSTE CONFINANTI AL MARE… ( metre lui aveva la vila sul mare a pocchi metri)
–
MENTRE ARRIVATO NUVO PRESIDENTE CAPPELLACCI LUI CAMBIO’ TUTTI I PROVEDIMANTI CHE PRIVAVANO DI POTER EDIFICARE LUNGO LE COSTE SARDE SI DOVEVANO MANTERE ALL DISTANZA BEN DI SEI (&) KILOMETRI DALLA RIVA DEL MARE… I SARDI MANDARONO VIA SORU, IN QUANTO QUANDO ERA PRESIDENTE REGIONE SARDEGNA VINCOLAVA TUTTE LE COSTE SARDE…
RINGRAZIAMO BERLUSCONI IN QUANTO LUI PORTAVA CAPPELLACCI PER ESSERE VOTATO NELLA REGIONE SARDEGNA (CAGLIARI)
–
ciao buo pranzo-
BENITO
–