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Le foreste artificiali ci salveranno?

di luca.pistolesi 7 settembre 2011

Una possibile risposta al problema dell’effetto serra ci arriva dalle foreste artificiali, meccanismi capaci di assorbire anidride carbonica dall’aria proprio come gli alberi, ma in misura maggiore. L’azienda Global Research Technologies di Tucson, in Arizona, ha sviluppato un prototipo di albero artificiale in grado di assorbire in un giorno la quantità che un vero albero assorbe in un anno.

Gli alberi artificiali prendono la forma di pannelli, grandi anche fino a dieci metri quadri, e contengono idrossido di sodio. Quando l’anidride carbonica entra in contatto con l’idrossido di sodio, si sviluppa una reazione chimica che produce carbonato di sodio, azzerando la CO2.

I prototipi di albero artificiale sono stati studiati dai ricercatori della Columbia University. Le foreste artificiali possono essere effettivamente un valido contributo per arrestare l’effetto serra. L’assorbimento di CO2 è alto e i pannelli possono essere installati praticamente dovunque.

Ma l’assestment prodotto dai ricercatori ci mette anche in guardia dai facili entusiasmi. Le foreste artificiali non sono una soluzione né assoluta né immediata al problema dell’effetto serra, e la loro introduzione porterebbe aspetti controversi.

Vediamo insieme alcuni punti critici dei prototipi Global Research Technologies.

  • La corsa all’assorbimento. Le emissioni mondiali annue di CO2 sono troppo alte per riuscire a costruire abbastanza impianti per azzerarle.
  • Le dimensioni delle foreste. Per assorbire le emissioni di una centrale a carbone occorrerebbero cinque impianti di un chilometro quadrato l’uno.
  • I costi. L’assorbimento diretto dall’aria ha un costo di 780 dollari per tonnellata, cui si aggiungono 80 dollari per tonnellata di assorbimento post combustione.
  • L’influenza sul prezzo del petrolio. L’implementazione di questa tecnologia porterebbe il prezzo al barile a quota 260 dollari.
  • L’inefficacia sugli altri gas serra. Le foreste artificiali non sono efficaci contro N2O e CH4.
  • Lo smaltimento dei prodotti di reazione. I rifiuti andrebbero collocati in profondità, operazione che comporta alti costi.
  • L’effetto rimbalzo. Una presunta soluzione “panacea” può, per assurdo, dare una spinta all’aumento delle emissioni.

 

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