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I muri commestibili conquistano New York

di luca.pistolesi 19 novembre 2009
Foto: NYT.

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La nuova frontiera dell’edilizia sostenibile è il cosiddetto “edible wall”, cioè “muro commestibile”. Rivestire il tetto o le pareti esterne della casa con erba o piante rampicanti per tenerla isolata termicamente dall’esterno è una pratica vecchia, che i nostri antenati conoscevano almeno fin dal medioevo. Tuttavia, non risulta che fosse ancora stato fatto il “passo in più”: invece di utilizzare edere, fiori e piante ornamentali, utilizzare lattuga e ortaggi.

L’idea è venuta a tale George Irwing, padrone e fondatore della Green Living Tecnologies di Rochester. Irwing era un comune istallatore di muri verdi e pavimenti verdi: mentre stava rivestendo le pareti della sua casa, suo figlio gli chiese ingenuamente se avrebbe potuto piantare anche dell’insalata da mangiare. Irwing allora capì che si poteva fare un passo in più.

“Finora abbiamo portato i prodotti della campagna alla città”, ha dichiarato Irwing al New York Times, “ora gli portiamo l’intera fattoria”. In effetti la città, con i suoi spazi stretti e congestionati impedisce di possedere molto spesso persino un balcone, figurarsi un intero orto. Il sistema di Irwing, invece, prevede semplicemente una armatura di acciaio da fissare al muro e al suolo, in cui mettere la terra e coltivare quello che si vuole. L’effetto termico sull’interno della casa è lo stesso dei muri verdi tradizionali, ma in più è possibile mangiare i frutti delle pareti.

Finora, racconta ancora Irwing, i muri commestibili sono stati istallati solo nelle pareti esterne che danno verso i giardini e abitazioni private: il prossimo passo sarà convincere i ristoratori della Grande Mela a coltivare una parte dei loro prodotti direttamente sul muro.

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