La rockstar Bono Vox ha stilato una lista di 10 punti su cui riflettere per rendere più interessanti, salubri e civili gli anni che devono venire. Si tratta di 10 idee che guardano al futuro: riscoperta della spiritualità e dei valori civili, tutela del diritto d’autore e attenzione per la ricerca medico-scientifica sono solo alcuni dei suggerimenti del leader degli U2. Alcuni sono semi-seri, altri davvero importanti.
Tra questi spunti, troviamo anche una riflessione sul problema dell’inquinamento globale. Il punto di partenza è la conferenza di Copenhagen: il leader degli U2 sottolinea che non c’è da sorprendersi se nessuno dei Paesi in via di sviluppo si è dichiarato disponibile a rinunciare ai combustibili fossili. In fin dei conti, il contributo di queste Regioni all’inquinamento globale è stato minimo finora. Tra le proposte delineate per ridurre il gap tra Nazioni sviluppate e quelle in via di sviluppo, il principio “Chi inquina paga” è quello che Bono indica come il più efficace.
Secondo questa tesi, ognuno di noi ha pari diritto di inquinare. E’ possibile, perciò, assegnare un valore monetario a questo comportamento. Calcolando una media delle emissioni annue pro-capite di CO2 è possibile stabilire quali Paesi eccedono la loro quota di inquinamento e quali no. In questo modo, gli Stati che superano il loro diritto a inquinare sono obbligati a reperire quote dai Paesi che si tengono sotto questa soglia.
Per fare un esempio, gli statunitensi, che emettono 20 tonnellate annue di CO2, possono “comprare” quote di inquinamento dagli etiopi, che bruciano solo 0,1 tonnellate di carbone all’anno. I fondi ricavati da questo scambio possono essere impiegati dai Paesi meno inquinanti per trovare soluzioni per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici, come la siccità, ed educare le nuove generazioni.
Molti economisti hanno invece proposto di tassare il carbone alla fonte, ma al cantante questa non sembra una soluzione efficace e ritiene che applicare il metodo delle quote di inquinamento sia non solo necessario ma urgente, prima che i Paesi in via di sviluppo presentino il conto.