Un mese di terremoti in Emilia

di Marco Mucciarelli 17 giugno 2012

Il 18 maggio c’è stata la prima scossa di terremoto nella pianura emiliana. La magnitudo era 1.9, di eventi così ogni anno ne capitano a migliaia. Che fosse un foreshock, o scossa premonitrice, lo si è capito solo dopo, quando la sequenza ha dato la sua scossa più forte con una magnitudo 5.9.
In questo mese ci sono state quasi 1500 scosse di magnitudo superiore a 2, la sequenza si è allargata nello spazio coprendo una estensione est-ovest di 55 km tra la A22 e la A13.

Analizzando la sequenza si può dire qualcosa di più che risponda alle molte domande che la gente si pone?

Innanzitutto esaminiamo il numero di terremoti, osservando una specie di “grafico della febbre” della sequenza sismica che ci dice quanti terremoti con magnitudo superiore a 2 ci sono stati in media nell’arco di 24 ore. Ecco il grafico:

Si vede molto bene che ci sono stati tre periodi di massima intensità: all’inizio, dopo le scosse del 29 maggio e dopo il 3 giugno. In pratica, ogni scossa di magnitudo superiore a 5 ha avuto la sua propria sequenza di aftershock (scosse di assestamento) con una decrescita esponenziale del numero di scosse in funzione del tempo che passa (è la Legge di Omori). Adesso la sequenza è al minimo di produttività dall’inizio. Se non ci saranno altre scosse forti (e questa probabilità diminuisce anch’essa con il tempo) i terremoti tenderanno ad essere sempre più deboli e rari.
Se invece guardiamo il grafico dell’energia complessivamente rilasciata dalla sequenza, si vede una cosa per certi versi analoga, ma con una importante differenza. Ecco il grafico dell’energia cumulata:

In termini di energia si vede che la fase iniziale è stata più forte della ripresa del 29 maggio e che la ultima fase sopra magnitudo 5 ai primi di giugno è una frazione molto piccola dell’energia totale fino a qui rilasciata. Dal 3 giugno ad oggi la somma di tutte le centinaia di scosse che ci sono state è quasi irrilevante rispetto al totale.
Infine, l’ultimo grafico che ci conferma come questa sequenza segua la distribuzione comune a tutti i terremoti, tanto da essere considerata una legge universalmente valida, la Legge di Gutenberg-Richter: il numero dei terremoti decresce esponenzialmente con il crescere della magnitudo. Il grafico qui sotto riporta il numero di eventi uguali o maggiori ad una data magnitudo per la sequenza emiliana nel mese appena trascorso:

Poichè la scala è logaritmica, il numero cumulato in funzione della magnitudo è approssimato da una retta. Questo ci fa capire come quello che conta è la distribuzione di tutta la sequenza, e come non abbia senso strologare su di singolo evento di magnitudo 2.7 o 3.6. Ogni singolo evento non ha significato per sè ma come membro di una famiglia che deve seguire certe regole (Legge di Omori, Legge di Gutenberg-Richter).

Quindi:
1) La sequenza emiliana si sta comportando come ogni altra sequenza al mondo
2) Il numero di terremoti tende a diminuire nel tempo
3) La distribuzione delle magnitudo segue la regola generale di moltissimi piccoli terremoti per pochi grandi
Questo ci dice qualcosa di altro per il futuro?

Sì, che i terremoti forti diventano ogni giorno meno probabili in questa sequenza. Ovviamente non possiamo dire nulla circa l’attivazione di una nuova sequenza in aree limitrofe, che porterebbe con se la propria coda di aftershock.

L'articolo originale lo trovi sul sito di terremoti, sismologia ed altre sciocchezze

I commenti sono chiusi.