Pubblicato in: Inquinamento

In Italia calano le emissioni di gas inquinanti

di luca.pistolesi 5 maggio 2010

By de Vos

L’Italia ha raggiunto gli obiettivi per il 2010 di riduzione delle emissioni di gas inquinanti fissate in sede europea. Non si parla, in questo caso, della CO2 e dell’effetto serra, ma di gas ancora più pericolosi, che oltre a contribuire al surriscaldamento globale possono avere effetti disastrosi anche sulla salute delle persone. Il rapporto in questione sarà pubblicato dall’EEA, European Environment Agency, che ne ha già anticipato alcuni risultati.

L’Italia ha ridotto sensibilmente le emissioni in particolare degli ossidi di azoto (NOx), passati da 1,1 milioni di tonnellate nel 2008 a 0,97 (-11,2%) nel 2010, abbastanza per stare sotto al limite prefissato dall’UE per l’Italia di 0,99. Proprio sugli ossidi di azoto, molti stati hanno fallito l’obiettivo: Regno Unito, Slovenia e Svezia hanno ecceduto il rispettivo limite di circa il 5%, peggio ancora hanno fatto Francia (+32%) e Spagna (+28%). Fanalini di coda sono l’Austria (+42%), il Belgio (+43%) e l’Irlanda (+47).

In ciascuno di questi paesi, comunque, si è ottenuta una riduzione percentuale e assoluta delle emissioni, che però non è stata sufficiente a rientrare sotto al limite consentito. Va meglio per quanto riguarda altri agenti inquinanti, come gli NMVOC, cioè il complesso dei gas organici escluso il metano (etanolo, benzene…), per i quali solo Austria, Portogallo e Spagna hanno fallito l’obiettivo. Soltanto Malta, poi, ha ecceduto i limiti di emissione dell’anidride solforosa, mentre per l’ammoniaca (NH3) ci sono l’Olanda (di pochissimo al di sopra della soglia) la Germania e la Spagna (che invece dal 2008 hanno addirittura aumentato le emissioni).

Dunque, gli Stati più indisciplinati sono la Spagna e l’Austria, presenti ai primi posti di quasi tutte le graduatorie di demerito. Una volta pubblicato il documento con i dati definitivi, l’EEA auspica che in sede europea possa trovarsi un accordo per estendere e rinforzare i parametri, fissando come ulteriore data-limite il 2020.

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