Pubblicato in: Nucleare

La Cassazione restituisce il referendum sul nucleare ai cittadini

di luca.pistolesi 1 giugno 2011

La Corte di Cassazione ha deciso: nel referendum del 12 e 13 giugno si voterà anche sul nucleare. E’ fallito dunque il tentativo becero del Governo di far saltare la consultazione, cambiando in extremis la legge con un emendamento al decreto Omnibus.

Tecnicamente, la Cassazione ha ritenuto che il quesito referendario originale è da ritenersi superato nella stesura, che si riferiva alla legge precedente, ma non nei contenuti. Difatti, lo stop imposto dal Governo era finalizzato solo a guadagnare tempo, per poter riproporre il nucleare tra qualche mese, come già “candidamente” ammesso da Berlusconi.

La Cassazione ha però ritenuto fosse diritto dei cittadini esprimersi sull’indirizzo generale della politica energetica del Paese, in favore o contro il ritorno all’atomo. La scheda elettorale verrà dunque cambiata: i tempi sono stretti, ma la consultazione rimane prevista per il 12 e 13 giugno, in concomitanza con gli altri tre quesiti referendari, i due riguardanti l’acqua pubblica (chi vota Sì vota per fermare la privatizzazione dell’acqua) e quello sul legittimo impedimento (chi vota Sì vota per cancellare la legge che permette al Presidente del Consiglio di rinviare le udienze dei processi per impegni istituzionali).

Oltre la gioia delle associazioni ambientaliste e dei promotori del referendum, ora c’è la sfida: il referendum sarà valido se andranno al voto il 50%+1 degli aventi diritto. Un obiettivo tutt’altro che facile da raggiungere, ma non impossibile.

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