Pubblicato in: Edilizia, Normativa

Silenzio-assenso in edilizia, il Governo tira dritto: “Non è un condono”

di luca.pistolesi 18 ottobre 2012

Il silenzo-assenso in edilizia non è un condono“: con queste parole il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha rispedito al mittente le critiche sul passaggio del ddl Semplificazioni che ribalta il silenzio-rifiuto a costruire. La questione è molto delicata: ad oggi  per poter costruire in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico o artistico bisogna avanzare una proposta alla Sovrintendenza competente e attendere una risposta positiva. Se il ddl venisse approvato così com’è, invece, la Sovrintendenza avrebbe soli 45 giorni di tempo per rispondere: se non lo facesse, chi ha avanzato la proposta avrebbe diritto di cominciare i lavori.

Clini ha dichiarato in proposito: ““Un cittadino che fa una domanda a un’amministrazione pubblica ha il diritto di avere una risposta, positiva o negativa che sia. Se si chiede un intervento vietato dalle norme vigenti quella domanda non va ignorata o messa in un cassetto, ma va rifiutata esplicitamente ed in tempi ragionevolmente brevi. Il silenzio-rifiuto al contrario – ha continuato Clini –  de-responsabilizza l’amministrazione pubblica e consente di non rispondere alle domande dei cittadini”. Le parole del ministro sono in linea di principio condivisibili: il passaggio dal silenzio-rifiuto al silenzio-assenso è stata negli anni ’90 una innovazione importante per la semplificazione nella pubblica amministrazione. In altri Paesi, ad esempio la Germania, è già sostanzialmente in vigore da tempo, come mostra il servizio di Report che abbiamo postato qui.

Tuttavia, il provvedimento porta con sé rischi enormi. L’Italia, lo sappiamo bene, non è un Paese come gli altri, e di certo non è come la Germania. L’abusivismo edilizio è una piaga che siamo ancora molto lontani dal risolvere, soprattutto nel Meridione: approvare il meccanismo del silenzio-assenso vorrebbe dire facilitare la vita a chi vuole costruire illegalmente.

http://www.youtube.com/watch?v=TycsFTQG4h4
“Sarebbe una semplificazione assurda e pericolosa – ha spiegato il Presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – perché è del tutto evidente, considerati i tagli fatti in questi anni e lo stato di abbandono e di disorganizzazione in cui versano tante Soprintendenze, che le amministrazioni preposte alla tutela del vincolo nella stragrande maggioranza dei casi non saranno in grado di rispondere alle richieste nei tempi previsti, facendo scattare il silenzio assenso alla trasformazione”. Con ogni probabilità, il passaggio al silenzio-assenso porterebbe a una moltiplicazione delle richieste di permesso a costruire, e dunque a una ancora maggiore congestione delle Sovrintendenze, che potrebbero valutarne soltanto una parte sempre minore.

Prima di deregolare, il Governo dovrebbe pensare a come rendere più agile il lavoro delle Sovrintendenze: si può fare investendo delle risorse, mettendoci dei soldi. Quella proposta dal Ministro Clini, invece, è l’ennesima riforma a costo zero, che guarda più al risultato che ai mezzi per conseguirlo. Semplificare e velocizzare le procedure burocratiche è necessario, ma farlo mettendo a repentaglio i nostri beni naturali e paesaggistici è da irresponsabili.

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